Mi è
capitato talvolta, nella mia vita professionale, di incontrare personaggi dallo stile mafioso che hanno tentato di lusingarmi, comprarmi, impressionarmi, intimidirmi,
minacciarmi, al solo scopo di ottenere ciò che non era loro concesso.
Tante volte mi sono chiesta se ne
valesse la pena di espormi a tali pericoli a fronte di un ben misero stipendio
e di un ruolo marginale all'interno dell’ente per cui lavoro, ma dopo l’ondata
di umana paura e ritrosia ed il lento ristabilirsi dell’equilibrio ho capito che vale
sempre la pena fare il proprio lavoro fino in fondo, a prescindere da quale sia
il ruolo o lo stipendio che si ricopre. E’ un dovere che abbiamo innanzitutto
verso noi stessi, verso i nostri figli, verso i nostri valori e poi verso la
società. L’ho riscoperto anche attraverso le parole di Paolo Borsellino, che
veniva barbaramente ucciso il 19 luglio del 1992. Borsellino diceva che solo i
cretini non hanno paura ma che sempre, accanto alla paura, è necessario che ci
sia anche il coraggio di fare il proprio dovere fino in fondo sempre e
comunque, qualunque sia il prezzo da pagare.
Per combattere le mafie, sempre
più dilaganti anche al nord, oggi non abbiamo bisogno di eroi, ma di sempre più
gente che faccia bene il proprio dovere. Abbiamo bisogno di giovani che voltino
le spalle alle mafie. Solo così questo cancro che oggi ci sembra inestirpabile,
perderà terreno e forza e sparirà, così come finiscono tutte le cose
umane.