lunedì 18 luglio 2016

In memoria di Paolo Borsellino




Mi è capitato talvolta, nella mia vita professionale, di incontrare personaggi dallo stile mafioso che hanno tentato di lusingarmi, comprarmi, impressionarmi, intimidirmi, minacciarmi, al solo scopo di ottenere ciò che non era loro concesso.
Tante volte mi sono chiesta se ne valesse la pena di espormi a tali pericoli a fronte di un ben misero stipendio e di un ruolo marginale all'interno dell’ente per cui lavoro, ma dopo l’ondata di umana paura e ritrosia ed il lento ristabilirsi dell’equilibrio ho capito che vale sempre la pena fare il proprio lavoro fino in fondo, a prescindere da quale sia il ruolo o lo stipendio che si ricopre. E’ un dovere che abbiamo innanzitutto verso noi stessi, verso i nostri figli, verso i nostri valori e poi verso la società. L’ho riscoperto anche attraverso le parole di Paolo Borsellino, che veniva barbaramente ucciso il 19 luglio del 1992. Borsellino diceva che solo i cretini non hanno paura ma che sempre, accanto alla paura, è necessario che ci sia anche il coraggio di fare il proprio dovere fino in fondo sempre e comunque, qualunque sia il prezzo da pagare.

Per combattere le mafie, sempre più dilaganti anche al nord, oggi non abbiamo bisogno di eroi, ma di sempre più gente che faccia bene il proprio dovere. Abbiamo bisogno di giovani che voltino le spalle alle mafie. Solo così questo cancro che oggi ci sembra inestirpabile, perderà terreno e forza e sparirà, così come finiscono tutte le cose umane.