La notizia mi arriva inaspettata,
mentre guido l'auto per andare al lavoro: "Vittoria alle amministrative delle
donne Cinquestelle che conquistano Roma e Torino, stracciando il PD",
annuncia lo speaker
della radio con noncuranza. Mi interessano poco le riflessioni politiche post
elezioni e le sfumature sulle percentuali, in un mondo dove di politica, - nel significato più alto del termine,
intesa come cosa pubblica, in contrapposizione ai biechi interessi egoistici - ne
è rimasta davvero poca. La notizia mi lascia sorpresa ed al contempo perplessa:
"Avranno vinto solo perchè sono donne ed in quanto tali la loro elezione
esprime un segno radicale di cambiamento o perchè davvero queste sorelle hanno
una marcia in più rispetto agli uomini che hanno battuto? Cosa le ha spinte a
sfidare il potere maschile, a rompere il tetto di cristallo, per conquistarsi
il loro posto al sole? L'hanno fatto con l'assenzo degli uomini o in
contrapposizione e malgrado l'opinione di questi? Chi le ha votate e perchè?"
Probabilmente nemmeno le neoelette sindaco di Torino e Roma sanno dare una
risposta definitiva a queste domande a cui solo il tempo darà evidenze e
certezze, ma ormai il sospetto si annida come un tarlo nella mente: "Ne
varrà la pena di rinunciare a tutta la propria vita privata per sfidare gli
uomini su un terreno che non ci appartiene fino in fondo o per lo meno così come è stato costruito e strutturato con le regole e modalità che il mondo maschile ha stabilito a sua immagine e somiglianza? Non finiremo poi per
comportarci allo stesso modo, se non peggio, degli uomini che sino ad oggi
abbiamo criticato? Ed inche cosa consiste effettivamente questa decantata
differenza fra il genere maschile e femminile? Siamo davvero tutte uguali,
tutte portatrici di flessibilità, comprensione, voglia di cambiare le cose in
maniera onesta e pulita?"
Non ne sono convinta. Gli uomini come le donne non sono tutti uguali. Ci sono sfaccettature differenti nel pensiero degli uni e delle altre.
Di donne che si comportano peggio
degli uomini, a quarantasei anni, ne ho viste parecchie ed il sospetto che
malgrado l'entusiasmo iniziale poi le cose non migliorino così radicalmente come ci si aspetterebbe riprende a consumarmi dal di dentro.
"Perchè solo alcune riescono
a rompere il tetto di cristallo e con quali modalità?". Mi sorge il
sospetto che il prezzo da pagare sia la trasformazione, l'alienazione, il
ripudio del modello femminile per abbracciare senza riserve il modello maschile
altero, prepotente e senza scrupoli. Sarebbe una vittoria questa? Sarebbe come vincere una partita a tavolino, con carte false, truccate dagli uomini per mostrare un
cambiamento di fatto inesistente. Sarebbe come vestire con la gonnella uno spaventappasseri per non mostrare di che paglia è fatto il sistema. A chi gioverebbe?
Se il prezzo da pagare per
ottenere il successo è l'alienazione da sè stesse, la riproduzione di un
modello sbagliato ed irrispettoso che non ci appartiene, la rassegnazione ad una
politica fatta di duelli tra politici di fazioni avverse che disputano tra loro per il solo
gusto della guerra, senza entrare mai nel
merito della discussione, senza la libertà di poter mai cambiare idea, allora
io preferirei di gran lunga non vincere e continuare a rimanere più onestamente sulle
barricate. Ma diamo tempo al tempo e chissà, magari dovrò ricredermi.
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