sabato 7 maggio 2016

Mothersday



Quando ho deciso di diventare mamma, non mi aspettavo certo quello che poi sarebbe successo. Avevo trentacinque anni e fino ad allora mi ero sempre occupata al meglio di me stessa, dei miei studi, del mio lavoro, della mia casa. Solo da qualche anno avevo imparato a condividere la mia vita con mio marito, a prendere decisioni in comune, a pensare ad un futuro insieme. 
Ho vissuto la gravidanza come una malattia, tra nausee, anemia e continue perdite che mi costringevano a rallentare il passo, ad andare più piano. Concentrata sul lavoro fino al settimo mese, non ho quasi avuto modo di comprendere i profondi cambiamenti a cui la vita mi stava chiamando. Ed infine quando la mia bellissima bambina è nata, il mondo mi è crollato a dosso. Abituata ad essere indipendente ed efficiente, non riuscivo a stare tutto il giorno seduta ad allattare- Avevo bisogno di dormire, di uscire, ma quel piccolo esserino urlante che tenevo sempre tra le braccia, dipendeva in tutto e per tutto da me. La sua dipendenza mi ha completamente sconvolto l'esistenza ed in breve sono caduta in uno stato di prostrazione. Non mi sentivo all'altezza del ruolo di mamma, nessuno mi aveva adeguatamente preparata. 
Vivendo a mille chilometri dalla mia città natale e con un marito sempre assente per lavoro, ho dovuto da sola cercare come potevo di soddisfare alle esigenze della piccola rinunciando spesso anche all'essenziale. Mangiavo poco, non dormivo per niente e trascorrevo interminabili giornate tra poppate, sonnellini, cambi di pannolini e ninna nanne. Ricordo quel periodo come un incubo che sembrava non dovesse mai finire, Intendiamoci; come ogni mamma amavo mia figlia più di me stessa ed avevo a cuore il suo benessere più di ogni altra cosa, ma senza alcun aiuto sociale o famigliare, sono stata costretta ad un percorso ad ostacoli che non ho più avuto la forza in seguito di attraversare. 
Ecco, credo che la maternità in Italia, sia senza troppe balle neoromantiche essenzialmente questo. 
Lo Stato che ci prosciuga di tasse, non fornisce alcun servizio di assistenza alle neomamme e le famiglie, che per anni hanno funzionato come ammortizzatore sociale, ormai disgregate non sono più in grado di svolgere quel ruolo di autoassistenza che caratterizzava la società italiana fino a qualche decennio addietro.  Tutto il lavoro di cura costante ed imprescindibile dei piccoli, grava sulle spalle delle mamme. Ma i figli non sono solo delle donne che li partoriscono. I figli sono anche dei papà, dei nonni, della collettività ed in un Paese che si suole definire civile, un Paese con profonde radici cristiane, credo sia davvero ipocrita ignorare tutte queste problematiche e parlare sempre e solo del periodo della maternità e dell'infanzia come un periodo idillico e spensierato. 
Da figlia non comprendevo i sacrifici che a sua volta aveva fatto mia madre per crescere ben tre figli. Non capivo perchè lei, così artisticamente dotata, aveva chiuso tutti i sogni in un cassetto e per amore nostro si era dedicata completamente alla famiglia. Da ragazza ribelle quale ero, ho sempre detto di non voler fare come lei, di voler lavorare e cercare di realizzarmi prima come persona che come mamma, Ed invece anche a me è successa la stessa cosa che succede a tutte le donne: ho dovuto scegliere tra la famiglia e la carriera, ho dovuto rinunciare a molti sogni per amore della mia famiglia, ho dovuto sacrificare me stessa per il benessere dei miei cari. 
Mia figlia è ormai una ragazza e comincia a riempire il suo cassetto di sogni bellissimi che mi auguro non rimangano tali, perchè c'è un enorme spreco di talento e danaro in tutto ciò, perchè nessuna donna può dirsi felice se deve rinunciare ad una parte di sè stessa, perchè la maternità è un valore da sostenere concretamente senza idealizzazioni. 
Questo significa oggi essere mamma in Italia. 
Buona festa dalla mamma a tutte. 

2 commenti:

  1. Nonostante il percorso talvolta impervio, hai raggiunto tanti traguardi, sei una brava mamma e una donna che con non poche difficoltà , oggi, sta cercando di ritagliarsi uno spazio tutto per se per migliorarsi come donna, come madre e come moglie. Sii fiera di ciò che sei!

    RispondiElimina
  2. Ci sono donne che pur non essendo mamme, adottano nel loro cuore un padre, una madre, una sorella, un bambino, un'amica... L'atteggiamento materno è un moto del cuore innato. Tu sei una mamma per tutti coloro che ti conoscono.

    RispondiElimina